Il respiro leggero dell’Abruzzo

Scrittori famosi raccontano le terre abruzzesi

A cura di Dacia Maraini con testi raccolti e commentati da Paolo di Paolo

Casa editrice Ianieri, 2004

Pagine: 72, brussura editoriale, Euro 8,50

 

Il respiro leggero dell’Abruzzo. Scrittori famosi raccontano le terre abruzzesi: Da Ovidio a Gregorovius, da D’Annunzio a Croce, da Gadda a Natalia Ginzburg, questo itinerario letterario vuole costituire un viaggio immaginario che possa suggerire qualcosa, sia a chi conosce già l’Abruzzo e ne vuole risentire gli odori e i sapori, sia a chi non lo conosce e vuole sapere cosa lo aspetta.

Una ricetta, questa, destinata al rilancio dell’editoria abruzzese, suggerita da Dacia Maraini, tra le scrittrici italiane più conosciute. Una terra, quella d’Abruzzo, difficile e coraggiosa, che lei conosce bene. Da sempre, fonte di grande ispirazione per le sue opere.Si tratta di una raccolta di testi scritti a quattro mani insieme a Paolo Di Paola, una sorta di viaggio tra nostalgia e omaggio a un luogo cantato da autori della letteratura di ogni tempo, da Ovidio a D’Annunzio, da Croce a Gadda. «Questa regione ha una grande tradizione di scrittori. Mi viene in mente, su tutti, Laudomia Bonanni, che, però, l’Abruzzo ha dimenticato e che deve avere la forza di ritrovare». Barbara Sansonetti, «Tratturi. Il lungo viaggio della transumanza»del (2012), con la prefazione anche di Ermanno Olmi. “Lo scopo” precisa la scrittrice “è di fare conoscere la variegata storia d’Abruzzo, di farla amare per quello che merita, e quindi di difenderla da chi si propone, magari in nome dello sviluppo, di riempirla di cemento, togliendole respiro e memoria”.

Meriterebbe di essere conosciuta in più larga scala, secondo la poetessa, l’antica storia d’Abruzzo, con i suoi paesaggi mozzafiato, le sue tradizioni, la sua cultura, il suo patrimonio artistico i suoi tratturi. Quei percorsi ben descritti nei versi dannunziani, paragonati ad un “erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri”, che lei chiama un “viaggio avventuroso dei pastori con i loro animali al seguito” in direzione sud, verso il mare, intriso, della “dignità di un eroico poema epico”